mercredi 22 mai 2013

MONDO GIUDAICO E IL CONTESTO STORICO

Il Scriba Valdemir Mota de Menezes leggere il testo qui sotto e raccomanda come una lettura illuminante sulla storia della Chiesa. Fonte: http://digilander.libero.it/longi48/Chiesa%20Antica.html ANTICHITA’ CRISTIANE La storia della Chiesa antica può idealmente essere divisa in Chiesa precostantiniana e postcostantiniana. Il 313, quindi, funge da spartiacque tra due periodi che vedranno una radicale evoluzione e trasformazione della Chiesa e che la porteranno alla sua definitiva affermazione. Ciò produrrà la definitiva morte del mondo pagano e un cambio culturale in seno alla società. Per comprendere l’evoluzione della Chiesa antica ci rifaremo a delle date meramente indicative, nella coscienza che l’evoluzione delle persone e della società non ha mai delle date precise e perentorie, ma segue sempre quella propria dell’uomo, attore primo della sua storia. Fino al 150 la Chiesa è ancora legata alle piccole comunità, alla “casa-chiesa”, le domus ecclesiae, al Vangelo tutto da scoprire e da comprendere e, soprattutto, da diffondere. E’ il periodo del primo concilio di Gerusalemme nel 49, riportato negli Atti degli Apostoli al cap. 15 e che trova anche una risonanza nella lettera ai Galati di Paolo (Gal 2,1-10). E’ l’epoca della sua grande espansione che ha trovato in Paolo il suo motore potente e instancabile. E’ il periodo delle persecuzioni e dei martiri; il periodo in cui la Chiesa sta formandosi nella propria identità, sta emergendo come entità importante all’interno del mondo antico. Dal 150 al 313 E' il periodo in cui la Chiesa si incontra e si scontra con la cultura romana e in particolare con quella ellenistica. Sarà questo l’intermezzo precostantiniano in cui la Chiesa formulerà i suoi approfondimenti teologici e dottrinali. E’ una Chiesa che deve spiegare a se stessa e al mondo, che la interpella, i contenuti della propria fede, anche perché già in questo periodo nascono le prime avvisaglie delle grandi eresie che la travaglieranno lungo tutto il IV e V secolo. E’ il periodo in cui nasce il monachesimo (250 circa) quale movimento di richiamo all’austerità del cristianesimo. Dal 313 al 400 E’ questa l’epoca costantiniana; la Chiesa esce dalle catacombe e assume un ruolo sociale importante. Essa, ora, è riconosciuta dallo Stato e ad essa vengono attribuiti onori, elargizioni e, via via un sempre maggiore riconoscimento anche nell’ambito giuridico e legislativo. Si profilò, quindi, una sorta di cristianizzazione del diritto e un’attribuzione di uno statuto speciale al clero. Ciò portò ad una graduale e consistente ingerenza di Costantino e degli imperatori successivi nell’ambito ecclesiastico. E’ questo il periodo in cui si formano le grandi eresie controbattute dall’apologia e dall’approfondimento teologico e dottrinale che, successivamente, ma già nel 325, verrà recepito e codificato nei grandi Concili : Nicea (325); Costantinopoli (381); Efeso (431); Calcedonia (451). E’ l’epoca dei grandi Padri della Chiesa e dei grandi apologisti. E’ il periodo in cui la Chiesa si dà una struttura solidamente gerarchica e mette ordine al proprio interno. Nel V secolo si affacciano alla Chiesa le prime controversie con le Chiese di Oriente sia per motivi culturali e politici che ecclesiali. Questi si alimenteranno sempre più nel corso dei secoli fino alla rottura definitiva del 1057, in cui tra reciproche scomuniche, si realizza il primo grande scisma all’interno della Chiesa. LA CHIESA E IL CONTESTO STORICO-CULTURALE E RELIGIOSO DELLE SUE ORIGINI La Chiesa nasce a Gerusalemme ed è caratterizzata da tre fattori fondamentali: 1) Gesù morto e risorto da cui si origina la prima comunità di credenti. 2) Dono dello Spirito (Pentecoste): avvenimento fondante la Chiesa. 3) Comprensione profonda della figura di Gesù e del suo messaggio. Non appena la Chiesa muove i primi passi si scontra subito con il Giudaismo, che tante tensioni provocherà in essa, fino al “concilio” di Gerusalemme (49) e oltre. Si dovrà, inoltre, confrontare, con il mondo culturale e sociale romano ed ellenistico in cui è nata e si muove. Ma fu proprio grazie all’Impero romano, che per la sua estensione e la sua fitta rete commerciale e stradale (378.000 Km. di strade collegavano tutto l’Impero) e la sua organizzazione, di cui si servì, che il cristianesimo poté espandersi rapidamente. Inoltre, l’Impero romano aveva creato una unità linguistica, il greco della koinè, che facilitava la comprensione tra tutti i popoli. Infatti il N.T. fu scritto tutto in greco, così come Paolo scrive in greco. E per testimoniare tale diffusione basti pensare che la Bibbia ebraica fu tradotta, intorno al II° sec. a.C., in greco ad Alessandria di Egitto, dove vi era una fiorente comunità di ebrei. La stessa lingua della Chiesa dei primi quattro secoli fu il greco della koiné. Sarà papa Damaso I° che intorno al 380 introdurrà la lingua latina nella liturgia della Chiesa occidentale assumendola, poi, come lingua ufficiale della Chiesa d’occidente. Fu sempre papa Damaso che in questo periodo affidò la traduzione della LXX a S.Girolamo. Nacque così la Vulgata. MONDO GIUDAICO E IL CONTESTO STORICO Il giudaismo, nato dopo il ritorno dall’esilio, si era, ai tempi di Gesù, frantumato in molte sette, ma aveva dei capisaldi comuni: - Rigida e ormai consolidata professione del Monoteismo; - Pratica della Legge; - Culto del Tempio. Le sette prevalenti ed emergenti anche dai testi evangelici furono: Sadducei: la classe nobile dei sacerdoti, discendenti da Sadoq, sommo sacerdote ai tempi di Salomone (970 – 933 a.C.); essi sono dei tradizionalisti e conservatori. Prediligono l’ordine costituito, per cui scendono a patti con i Romani invasori e temono ogni agitazione e ogni novità che possa favorire l’intervento di Roma, squalificandoli davanti ai Romani. Per cui guardano con sospetto il movimento di Gesù, la sua figura e la prima comunità di discepoli. Farisei: sorti come movimento di rivitalizzazione della fede e della pratica della Legge dopo le guerre maccabaiche, nel 150 a.C., questi laici si “separarono” dal resto dei popolo per dedicarsi allo studio della Legge e alla sua pratica meticolosa. Essi vennero detti “i separati” (perushim). Benché definiti “separati”, tuttavia essi vivono sempre a contatto con il popolo e sono, in genere, bene accettati. Contrariamente a come sono presentati dai Vangeli, essi, in realtà, sono persone molto pie, devote, costituiscono e sostengono l’anima religiosa del popolo. Sono scrupolosi osservanti della Legge. Esseni: altro movimento religioso-monastico sorto contemporaneamente ai Farisei nel 150 a.C. circa. Essi, guidati dal Maestro di Giustizia, in ottemperanza al versetto di Isaia “Nel deserto preparate la via del Signore” (Is.40,3), si ritirarono nel deserto nella località di Qumran dove vissero una vita monastica. Ai tempi di Gesù, come testimonia Giuseppe Flavio in “Guerra giudaica” , essi erano circa 4.000 organizzati in gruppi da 10, 50, 100, presieduti da un sacerdote. Essi erano in aperta rottura con il Tempio e stranamente non sono mai stati citati nel Vangelo. Zeloti: fu un gruppo minoritario, ma estremista che mal sopportavano l’invasore romano e sempre pronti a risolvere la questione con le armi. Saranno loro a fomentare la rivolta del 66 che porterà, poi, alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio nel 70. Guerra che si concluse nel 73 con la conquista della fortezza erodiana di Masada a sud del Mar Morto. Nel suo nascere la Chiesa incontra un duplice ambiente: quello giudaico e quello greco-romano. Lo sfondo religioso è plurimo: giudaismo, politeismo, religioni misteriche; diffusa è l’aurispicia e la divinazione in genere. Il mondo, inoltre, in cui il cristianesimo si sta impiantando è in rapida evoluzione. In particolare, il politeismo è in declino e c’è una tendenza ad unificare le molteplici divinità: sì, tanti nomi, ma unico è il dio. Un’altra tendenza è l’enoteismo: tante divinità, ma su di loro emerge e prevale un unico dio che sovrasta gli altri. Il cristianesimo, invece, afferma che Gesù è Dio ed è unico e universale. Un serio problema si impose ai cristiani dall’epoca di Augusto: la divinizzazione e il culto dell’imperatore, che procurò persecuzioni, talvolta, particolarmente cruenti, in particolare sotto Domiziano (96) e sotto Diocleziano (284-305) creando all’interno della Chiesa molte defezioni e molti martiri e, soprattutto, si pose il problema di quei cristiani che avevano ceduto (lapsi) o che in qualche modo ottennero un salvacondotto (libellati) o che avevano bruciato solo dell’incenso agli dèi (turificati). Sempre in tale periodo, si vanno diffondendo le religioni misteriche che, con grande forza vitale e suggestiva, iniziavano ai culti misterici e affermavano che partecipando al rito si entrava in comunione con la divinità, condividendone la vita. Le due culture, greca e romana, pur mantenendo la propria identità, si vanno tra loro fondendo e integrando. Esse sono caratterizzate dalla filosofia, che sviluppa l’uso della ragione e della critica. La Chiesa dei primi secoli, infatti, dovrà prevalentemente misurarsi e giustificare i contenuti della propria fede con la cultura ellenistica. Sarà, proprio, dovuto all’atteggiamento mentale critico, favorito da questo tipo di cultura, che nasceranno le prime eresie, che costringeranno la Chiesa ad approfondire la propria fede e a formulare le sue prime dottrine. Diversa è la cultura romana, di tipo più pragmatico che speculativo. Essa è la cultura del diritto e dell’organizzazione. Una cultura che è finalizzata alle cose da fare, all’organizzare, agli obiettivi da raggiungere. Con questo tipo di cultura la Chiesa trova, da un punto di vista espressivo e dottrinale, maggiori spazi, ma essa deve rispondere della sua utilità e della sua funzione all’interno dell’Impero romano. Infatti i Romani erano tolleranti con le religioni dei popoli conquistati al punto tale da creare a Roma un Pantheon, dedicato a tutte le divinità di tali popoli. La loro benevolenza era, prevalentemente, finalizzata a unificare nella religione la varietà dei popoli soggetti al dominio romano. La religione, quindi, in quanto collante dell’impero, era bene accolta da Roma, purché non creasse problemi. Cosa che, invece, successe con quella cristiana, che proibiva il culto e la divinizzazione dell’imperatore. Agli inizi del proprio cammino la Chiesa, in particolare quella di Gerusalemme, non si era ancora evoluta dal giudaismo e, anzi, rischiò di esserne fagocitata. Ci volle il concilio di Gerusalemme (49 d.C.) per definire che i convertiti potevano aderire al cristianesimo senza obbligo di sottoporsi prima alla religione giudaica (Legge mosaica e circoncisione). Inoltre, i discepoli frequentavano ancora il Tempio e celebravano le feste giudaiche secondo i riti e il calendario giudaico. L’organizzazione di queste prime comunità rispecchiava quello sinagogale. Infatti, il cristianesimo dei primi tempi era considerato una delle tante sette giudaiche. Ma, nonostante ciò, la prima Chiesa già aveva in sé degli elementi che la distinguevano dal giudaismo. Essi sono sostanzialmente tre: La Convinzione; le Celebrazioni e la Vita pratica. La Convinzione - Il Messia atteso è giunto e questi si identifica in Gesù; - La Bibbia va riletta e reinterpretata in chiave profetica e fatta convergere verso Gesù. - Spiccato senso degli ultimi tempi e dell’imminente venuta di Gesù che avrebbe posto fine alla storia degli uomini e inaugurato il nuovo mondo. Le Celebrazioni La liturgia era semplice e si fondava su tre elementi: - Il Battesimo, quale rito di iniziazione; - La Cena del Signore o eucaristia; - Ascolto della Parola. La Vita pratica Era una vita caratterizzata dall’amore, o meglio, dall’agaph, dalla carità, da un atteggiamento di apertura, di accoglienza e tolleranza che provocherà la derisione da parte dei romani che, invece, concepivano il rapporto con gli altri come rapporto di forza. Nell’ambito della Chiesa madre di Gerusalemme, ancora legata culturalmente e religiosamente al giudaismo, si pone la questione: se Gesù è veramente l’inviato di Dio, ha ancora valore il Tempio, la Legge, la circoncisione? Stefano, uno dei sette diaconi, di cultura ellenista e, quindi, culturalmente più aperto e meno legato al rigido giudaismo, risponde che ciò non ha più senso (At. 6,9-14). Per accedere, dunque, al cristianesimo non è più necessario passare attraverso il giudaismo, la quale cosa venne anche confermata nel concilio di Gerusalemme (At. 15). Stefano venne ucciso e il suo gruppo perseguitato e disperso. I superstiti si rifugiarono ad Antiochia dove fondarono una nuova comunità (At. 11,19-20) che sarà in antitesi a quella di Gerusalemme. Quest’ultima raccoglie i giudeocristiani, quella accoglie gli etnocristiani, cioè i convertiti dal paganesimo. Sarà questa comunità a far da base operativa a Paolo e dove, per la prima volta i discepoli di Gesù sono chiamati cristiani. Nell’anno 66 d.C. a Gerusalemme, per opera degli Zeloti, scoppia una rivolta contro i romani che, inizialmente sconfitti, si riprenderanno Gerusalemme con Vespasiano e Tito nel ’70. La guerra, narrata da Giuseppe Flavio in “Guerra Giudaica” , terminerà definitivamente nel 73 con la conquista della fortezza erodiana di Masada a sud-ovest del Mar Morto dove i 960 occupanti morirono suicidi; si salvarono solo 2 donne e 5 bambini. In questa guerra, secondo Giuseppe Flavio e Tacito, morirono circa 600.000 persone. Durante tale rivolta di liberazione, i cristiani si posero la questione se anch’essi dovessero intervenire e prendere le armi contro i romani. La risposta fu negativa perché la loro era una religione dell’amore, del perdono e della tolleranza. Fu così che tali comunità si dispersero, rifugiandosi a Pella. Ciò fu visto dai giudei come un atto di tradimento che causò la prima grande lacerazione tra la prima Chiesa e il Giudaismo. Nel 132-135 vi fu una seconda grande rivolta a Gerusalemme, capeggiata da Shim’on ben Kossiba, che da rabbi Aqivà fu salutato come il messia con il titolo di bar Kokhbà (figlio della stella). Fu una guerra sanguinosissima, che provocò circa 850.000 morti. Gerusalemme venne distrutta e in parte ricostruita con il nome di Aelia Capitolina e ai giudei fu proibito di mettervi piede. I cristiani si dispersero nuovamente e si rifugiarono a Cesarea Marittima.

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